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Il dibattito politico è orientato verso il soddisfacimento della domanda e dell'offerta di lavoro a condizioni dignitose ovvero proporzionate alla qualità e quantità lavorativa in un bilanciamento tra vita pubblica e privata che, se non perfettamente in equilibrio, in alcuni casi possono causare stress da lavoro e quindi conseguenze sulla salute.
Il tema è come far incontrare domanda e offerta lavorativa dopo che si sono investite tante risorse pubbliche/private in formazione e aspettative e l'interrogativo che attanaglia giovani, famiglie è “quali sono le lauree che fanno guadagnare di più”?
Occorre ricercare gli strumenti affinchè l'incontro tra domanda e offerta sia sempre più facilitata in funzione del sempre più necessario innalzamento tecnologico e digitale complessivo richiesto in termini di investimento trasversale e in competenze digitali.
La comprensione delle misure disponibili e messe in campo in maniera strutturata dall'apparato legislativo a vari livelli gerarchici per ridurre le disuguaglianze, la povertà, l'esclusione sociale, il suo andamento nel tempo e le interconnessioni istituzionali tra i vari enti preposti grazie all'utilizzo sempre più diffuso della “datificazione” e dell'interoperabilità dei dati sono oggetto del dibattito pubblico e politico anche come leva principale sui consensi elettorali.
Il documento di un comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza[1] e uno studio sul mercato del lavoro pubblicato dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, banca d'Italia e l'agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro [2] richiama la definizione di “Disoccupazione amministrativa” necessaria per effettuare alcune considerazioni di carattere generale.
Infatti sono considerati disoccupati, le persone che non svolgono attività lavorativa (di tipo subordinato o autonomo) nonché i lavoratori il cui reddito da lavoro dipendente o autonomo risulta inferiore rispettivamente a 8.145 o 4.800 euro annui.
La disamina della legge del 14 settembre 2015, n. 150 abduce con ragionevole certezza ad affermare che, a distanza di 7 anni e con l'istituzione dell'agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro e l'avvento della transizione digitale, ancora i risultati attesi non sono stati quelli sperati anche per il processo di apprendimento gradualmente lento delle competenze digitali per la cittadinanza.
Infatti, l'aggiornamento europeo delle competenze digitali e le aree informazione, comunicazione, creazione di contenuti, sicurezza e problem solving tardano ad affermarsi per un TECHNIC generalizzato, ovvero il quoziente tecnologico della società attuale [3], ancora a livello base.
SI può constatare che gli strumenti di orientamento al lavoro non mancano e tendono ad un miglioramento continuo in forma sempre più digitale e l'incontro tra domanda e offerta criteriologicamente e metodologicamente può dare un contributo al soddisfacimento della necessità di lavoro, molte volte non soddisfatta a vari livelli nonostante la tantissima mole di dati a disposizione (mega dati o big data) che permettono di censire ed elaborare le varie funzioni e mansioni secondo l'aggiornamento e la classificazione delle professioni che sarà operativa dal 1 gennaio 2023 e successivamente riaggiornata nel 2028 [4].
Complementari agli strumenti di “inclusione lavorativa” vanno attenzionati gli strumenti di libero scambio che basano l'attrattività del mercato di riferimento delle proposte territoriali e imprenditoriali su aspetti legati al contenuto tecnologico, all'innovazione[5] e alla fattibilità tecnica, alla connessione con il mondo della ricerca e con gli incubatori tecnologici [6]. In linea generale le imprese giovani, ad alto contenuto tecnologico sono denominate startup innovative[7].
Quindi tanti strumenti, tanta forza lavoro, tante opportunità occorre solo mettersi a studiare per fare incontrare TEcnologia e COnoscenza e MOTIVazione (hashtag TECOMOTIV) in un giusto equilibrio tra vita pubblica e privata garantendo il diritto alla disconnessione.
Alberto Di Mulo.
Sitografia di approfondimento
[3] https://www.complexityeducation.com
[4] https://www.istat.it/it/archivio/272616
[5] https://www.mise.gov.it/index.php/it/incentivi/accordi-per-l-innovazione-2
[7] https://www.mise.gov.it/index.php/it/impresa/competitivita-e-nuove-imprese/start-up-innovative
[8]https://www.aranagenzia.it/attachments/article/11528/Raccomandazione_PE_disconnessione-1.pdf
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