giovedì 22 settembre 2022

INNOVAZIONE NELL'ASSEVERAZIONE DEI LAVORI PUBBLICI. L'OPINIONE

 


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Intervengo seguendo, un probabile format di asseverazione futuristico, per esprimere qualche perplessità alla richiesta innovativa di una piattaforma proprietaria userfriendly, sviluppata in collaborazione con ANCE, di un visto di conformità tramite video di asseverazione per il rilascio di crediti di imposta.

Nello specifico le certificazione delle detrazioni fiscali, sotto forma di credito di imposta maturati da parte delle imprese durante gli stati di avanzamento lavori che manifestino la volontà di cederli, ai soggetti cessionari quali banche, intermediari finanziari, gruppi energetici e soggetti terzi in genere, sono trasformate in credito erariale del 22 % annuo per 5 anni. 

Per fare ciò, è stata individuata una modalità innovativa al passo con i tempi, differente dalle usuali modalità tradizionali di certificazione e collaudo di opere.

Tale modalità, seppur con un valore aggiunto giuridico alla correlazione degli aspetti legati alla responsabilità professionale individuale e sociale, alla qualità delle prestazioni (imprese e professionisti), all'equo compenso e ad eventuali interventi assicurativi per errori progettuali o di realizzazione, ha destato malumore diffuso nelle categorie professionali specificatamente all'applicazione della legge di incentivo statale per bonus edilizi [1].

In particolare, non essendo normata la video asseverazione, viene percepita come un appesantimento burocratico.

Personalmente, ritengo la video asseverazione in linea con i tempi ormai maturi di innovazione digitale del paese e in linea generale di supporto ai rapporti giuridici tra committenti pubblici privati-enti di riscossione/accertamento delle imposte in ottica di accountability che estenderei alle prestazioni sanitarie complesse, alle prestazioni artigianali-commerciali, e in genere a quelle prestazioni ad elevata responsabilità in cui risulta difficoltoso a distanza di anni la verifica assertiva e asseverativa del prodotto/manufatto finale e le relative responsabilità.

La perplessità attuale, sull'obbligo asseverativo riguarda l'impatto eco-digitale della datificazione certificata che, non risulta per nulla trascurabile in termini di giga/giorno immessi in rete e di produzione di CO2 [2].

La via però è quella giusta, occorre prudenza giuridica normando questi aspetti e le modalità di utilizzo in giudizio dei dati in caso di contenziosi erariali tenendo sempre presente l'evoluzione temporale di indicatori come il DESI[3,4], (Digital Economy and Society Index), un indice composito della performance digitale europea, per un'applicazione massiva ed efficace degli strumenti operativi suggeriti e legiferati in chiave di volta digitale.

Sicuramente non può una realtà nei servizi professionali alle imprese in Italia [5] imporre alle categorie professionali la modalità di asseverazione ritenuta idonea se non normata o prevista già operativamente dagli organi istituzionali della repubblica italiana.

Alberto Di Mulo. 




Sitografia di approfondimento:

[1]http://www.reteprofessionitecniche.it/presa-posizione-dei-professionisti-tecnici-video-asseverazioni/

[2] https://www.iea.org/commentaries/the-carbon-footprint-of-streaming-video-fact-checking-the-headlines

[3] https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/policies/desi

[4] https://www.dati.gov.it/Gli-Open-Data-nel-DESI

[5] https://www2.deloitte.com/it/it/legal/about-deloitte-italy.html




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